Entusiasta della prima esperienza con Techo, quando a marzo mi è stato proposto di parteciparvi di nuovo non ci ho pensato due volte. Questa volta sono andata a costruire nella comunità di Los Pochotes nella zona nord occidentale del Paese.
La situazione qui si è rivelata essere diametralmente opposta a quella presente a El Tecal, infatti quest’area è molto secca, tanto che per la maggior parte dell’anno non cade una goccia d’acqua, perciò la terra è molto polverosa e spesso vi sono problemi con i raccolti a cause delle carestie.
Io ho lavorato al fianco di una famiglia con cui ho legato molto e che ha avuto moltissimo da insegnarmi. Il capo famiglia non ha mai potuto essere presente nell’arco dei lavori di costruzione perché è costretto dal lavoro a stare lontano da casa sei giorni a settimana, dunque alla guida di tutto vi era Doña Milady, leader della comunità e madre di quattro figli tra i quindici e i due anni.
In particolare sono rimasta colpita dalla maggiore, Yuli, che pur dovendo aiutare sempre molto in casa con i fratelli minori e avendo quindi davvero poco tempo da dedicare ad altre attività, è rappresentante d’istituto nella sua scuola e ha i voti migliori di tutte le classi del suo anno.
Durante questa seconda costruzione abbiamo avuto una difficoltà in più, per così dire, che si è rivelata però essere poi un ulteriore punto di forza. Infatti Los Pochotes è una sorta di piccola baraccopoli, per cui, come spesso accade in queste situazioni, i suoi abitanti non hanno i permessi effettivi per occupare la terra su cui vivono.
La questione però è che in trent’anni di esistenza di questa comunità, nessuna autorità si è mai curata della loro presenza o delle richieste che venivano rivolte da parte loro.
Al terzo giorno di costruzione invece, a causa del richiamo di una signora del paese vicino, una macchina della polizia è piombata in mezzo a noi giovani volontari sostenendo che i lavori dovessero essere immediatamente sospesi.
Siamo stati così costretti ad interrompere il nostro lavoro per tutto il giorno successivo, mentre i capi di Techo, arrivati dalla capitale, si sono riuniti in un’assemblea con le autorità locali per discutere del problema. Nel frattempo, le famiglia della comunità sono state da noi invitate a passare la giornata nella scuola dove soggiornavamo tra musica, giochi e chiacchiere, così da fare anche di un momento così difficile un’occasione di condivisione.
Dopo una lunga attesa, siamo usciti vincitori e abbiamo potuto continuare e terminare la nostra impresa nei due giorni successivi, riuscendo a dare finalmente agli abitanti di Los Pochotes delle case più dignitose e solide.